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Istituto Comprensivo di Leno (Brescia)

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La Scuola della Responsabilità.

Leggere, scrivere e contare ma anche insegnare a vivere!

Spazio e relazione: sono questi i due perni sul quale si fonda la scuola Senza Zaino, esperienza presentata lo scorso 7 novembre in Aula Magna da Daniela Pampaloni, ex Dirigente scolastica dell’IC Mariti di Fauglia, Pisa, ma anche attivissima divulgatrice all’interno del movimento di Avanguardie educative.   ( http://innovazione.indire.it/avanguardieeducative )

Scuola della Responsabilità. L’incontro, a dire il vero, avrebbe dovuto fare seguito alla visita in terra toscana alla scuola sopracitata che è di fatto la capofila tra quelle, ormai non più poche, che adottano il modello organizzativo “Senza Zaino”. Ma la presenza del cantiere che per un po’ impedirà la piena fruizione degli spazi scolastici, ha suggerito di invitare prima la conosciutissima ospite, nell’attesa di una nostra trasferta a cantiere concluso. L’incontro alle medie, ad ogni buon conto, è voluto essere preparatorio a questa nuova idea di scuola e che anche qui a Leno vede ormai avviato un percorso alla scuola Primaria. La nostra Secondaria… non deve disperdere le esperienze capitalizzate dagli allievi che prossimamente cambieranno grado di scuola.

Dicevamo: “spazio e relazione” i due assunti; il primo poiché la Scuola della Responsabilità (così come viene declinato il Senza Zaino alla scuola Secondaria di i grado) prevede una riorganizzazione degli spazi, fuori e dentro dalle aule, secondo quanto proposto dalle migliori esperienze (si veda anche Didacta http://fieradidacta.indire.it/en/). Se per quelli comuni tuttavia le soluzioni non sono sempre facili da realizzare, per i secondi si tratta di fare essenzialmente una cosa: togliere la cattedra. Attenzione però: non si tratta solo di un semplice spostamento come quando a casa nostra si decide di mettere il tavolo o il divano da un punto all’altro; si tratta di togliere un simbolo all’interno dello spazio classe, un simbolo che ha sempre significato una relazione rigida tra alunni e insegnanti. Si punta quindi alla costruzione di nuove relazioni, sia tra gli alunni che tra alunni e insegnanti. Questi ultimi assumono quindi una funzione di prossimità e di vicinanza che la presenza della cattedra fa spesso da ostacolo, fisico e simbolico.
I ragazzi lavorano, come per la Primaria, ad isole, ma devono essere pronti a lavorare pure singolarmente.
Per quanto riguarda la relazione due sono gli aspetti da curare al massimo grado: quello dentro il Consiglio di classe e quello con i genitori. Il tema della comunità, infatti, deve essere sentito come fortissimo dentro la scuola: quella della Responsabilità parte da dentro il Consiglio di classe convinti che, se il Consiglio lavora bene insieme, la classe lavora bene; lavorare bene per il Cdc significa prima di tutto instaurare una reale comunicazione fra i docenti.
L’altra faccia fondamentale della relazione si fonda sul rapporto con i genitori che deve essere costruito e accompagnato fin dalla scuola dell’infanzia per applicare quel patto di corresponsabilità che non deve rimanere sulla carta.
Ma poi questa scuola è anche altro, dalle procedure al sistema di lavoro: i Bes, ad esempio, scompaiono e non perché non ci siano; semplicemente non si sente il bisogno di PDP,  perché si punta a costruire una mappa dell’alunno.
Insomma la Scuola della Responsabilità come scuola dell’ospitalità, dello star bene che – fa notare la nostra Preside nell’introdurre l’ospite – è ben riassunta dalle sei immagini che fanno da copertina all’edizione 2012 delle Indicazioni Nazionali.

Per l’intervista a Daniela Pampaloni vi rimandiamo al tg LENOtizie, di prossima uscita sul nostro canale Youtube.

Angelo D’Errico

 

Si riportano, nello spazio sottostante, alcune immagini dell’evento.

 

 

 

 

 

 

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